26 febbraio 2008

... e gli orologi (parte 2)


Harrison John "longitudine" nacque nel 1693 nello Yorkshire orignariamente come falegname e, come tale, costrui' orologi. Difatti costrui’ sia diversi orologi a pendolo che un orologio di una torre: quest'ultimo lo fece utilizzando legno lubrificante e duro (era il 1722), sperimentando soluzioni alternative. I migliori orologi del tempo sgarravano di circa 1 minuto al giorno, quelli di John H. di un secondo al mese! Saputo del premio del Longitude Act, Harrison si butto’ per 5 anni sull’orologio, chiamato poi, H1 (di 34 chili) completato nel 1735. Finito, lo presento' a Graham suo paladino e mecenate. Nella riunione per il premio, Harrison, davanti ad una commissione di professori e astronomi, non parlo’ dei pregi dell’H1, bensi' illustro' i suoi difetti e le possibili migliorie che avrebbe potuto raggiungere se avesse avuto tempo (e soldi) per costruirne un altro. Stano a dirsi, ma non vinse il premio. Ricevette pero' un anticipo per pagare i debiti e per continuare a lavorare sulle sue idee di come migliorare gli orologi. Nel 1737 creo' H2 ma non gli piaceva. Per i sucessivi 20 anni si dedico' all'H3. Una caratteristica fondamentale di quest’ultimo e' la presenza di un congegno di regolazione della temperatura, che tutti gli altri orologi prima del suo non avevano. L' H3 era alto circa 66 cm e largo 33. Nel 1753, ricevette un cronometro tascabile la cui misura era pero' sballata. Osservandolo e prendedno sputo da questo, nel 1759 Harrison se ne usci con H4 che assomigliava molto a quest'ultimo (un po’ piu’ grande delle nostre “cipolle” da tasca). Quest'ultimo rappresenta il passo decisivo verso gli orologi come li intendiamo oggi. Piccoli congegni che misurano il tempo con relativa precisione. Prima di Harrison c'erano i pendoli e nient'altro. Il premio non fu mai assegnato formalemnte, nonostante oggi la longitudine viene calcolata come differenza di tempo, quindi grazie alle invenzioni Harrison. Tutti i suoi orologi sono visibili all’osservatorio astronomico di Greenwich, dove riposano insieme agli strumenti utilizzati dai vari astronomi reali per la comprensione dell’universo celeste. Quindi, nonostante gran parte degli scienziati del tempo si opponessero all'idea che fosse possibile calcolare la longitudine come differenza di tempo (vedi articolo), e' proprio grazie agli orologi (e alla loro precisione) che oggi si riesce a navigare in sicurezza sapendo sempre latitudine e longitudine del posto in cui si naviga.

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