
Il Fastnet e' un piccolo scoglio sulla costa sud occidentale dell'Irlanda. Il primo punto visibile per chi, dall'atlantico, si dirige verso la terrra dei Celti e si trova a sud. Su questi scogli hanno anche costruito (con fatiche disumane) un faro, uno dei tanti di aiuto ai marinai, uno di quelli che solo chi lavora con e va per mare apprezza davvero.
Ebbene, questo e' diventato per molti un simbolo, una sfida. Un po' come l'everest (con le dovute proporzioni): c'e' chi lo vede semplicemente come una montagna e chi invece vede in quelle rocce una sfida, un'simbolo per una prova di coraggio.
Ogni due anni ad Agosto prende il via una regata che, partendo dall'isola di Wight vicino a Southampton nel sud dell'Inghilterra, porta i concorrenti fino all'estremo ovest della costa inglese e poi su, a nord ovest fino a doppiare lo scoglio Fastnet per poi ripercorrere a ritroso il mare e finire a Plymouth. In tutto sono circa 600 miglia nautiche, circa 1000 chilometri di vela, senza sosta, senza scalo, senza pause. Per pochi e' una passeggiata, per molti una sfida. Io, da persona normale, rientro tra i molti che vedono questa regata come una sfida verso se stessi. Ci vuole una buona dose di preparazione, un po' di coraggio e un po' di follia per decidere di farla - almeno cosi' e' per me. Aggiungete ancora un'altra buona dose di follia per aver deciso di farla in doppio (ossia solo due persone a bordo).
Questa sfida, oltre a rievocare esperienze passate, sfide, successi e sconfitte quotidiane, mi riporta alla mente quelle persone che hanno condiviso in parte questo viaggio, o perche' direttamente interessate o perche' mi hanno fatto sognare in qualche modo o, ancora, perche' mi hanno insegnato qualcosa.
Chi, come mio padre, mi ha insegnato ad andare a vela. Mia madre che soffre in silenzio e fa fatica a dormire per il figlio che insegue un sogno. Il fratello con la sua presenza e gli amici che danno sostegno morale. Marco che mi ha avvicinato alla vela in UK e con cui ho avuto il piacere di preparare la precedente regata Fastnet. L'amico cervese scomparso che ha attraversato ben altri mari e ha superato ben altre sfide. Sua moglie Inbar che ha rinnovato in me il suo ricordo. La mia (ex) dolce meta' che, a suo tempo, mi ha dato (involontariamente) la spinta e la confidenza di fare dei passi importanti. Gli autori di tutti i libri di avventura, di storia navale e di mare.
Tutti quelli che, in modo diretto o indiretto, mi hanno aiutato o mi stanno aiutando. A loro dedico questo post.
Ebbene, questo e' diventato per molti un simbolo, una sfida. Un po' come l'everest (con le dovute proporzioni): c'e' chi lo vede semplicemente come una montagna e chi invece vede in quelle rocce una sfida, un'simbolo per una prova di coraggio.
Ogni due anni ad Agosto prende il via una regata che, partendo dall'isola di Wight vicino a Southampton nel sud dell'Inghilterra, porta i concorrenti fino all'estremo ovest della costa inglese e poi su, a nord ovest fino a doppiare lo scoglio Fastnet per poi ripercorrere a ritroso il mare e finire a Plymouth. In tutto sono circa 600 miglia nautiche, circa 1000 chilometri di vela, senza sosta, senza scalo, senza pause. Per pochi e' una passeggiata, per molti una sfida. Io, da persona normale, rientro tra i molti che vedono questa regata come una sfida verso se stessi. Ci vuole una buona dose di preparazione, un po' di coraggio e un po' di follia per decidere di farla - almeno cosi' e' per me. Aggiungete ancora un'altra buona dose di follia per aver deciso di farla in doppio (ossia solo due persone a bordo).
Questa sfida, oltre a rievocare esperienze passate, sfide, successi e sconfitte quotidiane, mi riporta alla mente quelle persone che hanno condiviso in parte questo viaggio, o perche' direttamente interessate o perche' mi hanno fatto sognare in qualche modo o, ancora, perche' mi hanno insegnato qualcosa.
Chi, come mio padre, mi ha insegnato ad andare a vela. Mia madre che soffre in silenzio e fa fatica a dormire per il figlio che insegue un sogno. Il fratello con la sua presenza e gli amici che danno sostegno morale. Marco che mi ha avvicinato alla vela in UK e con cui ho avuto il piacere di preparare la precedente regata Fastnet. L'amico cervese scomparso che ha attraversato ben altri mari e ha superato ben altre sfide. Sua moglie Inbar che ha rinnovato in me il suo ricordo. La mia (ex) dolce meta' che, a suo tempo, mi ha dato (involontariamente) la spinta e la confidenza di fare dei passi importanti. Gli autori di tutti i libri di avventura, di storia navale e di mare.
Tutti quelli che, in modo diretto o indiretto, mi hanno aiutato o mi stanno aiutando. A loro dedico questo post.
3 commenti:
Rimango convinto che essere sulla linea di partenza di una regata come questa rappresenta di per se' una vittoria. La parte importante a mio modo di vedere e' la preparazione mentale per accettare la metaforica sfida (che puo' essere una regata impegnativa oppure una netta scelta di vita) che dunque si manifesta prima dell'evento in se'. Poi la "regata" vera e propria diventa una formalita' (o quasi!), quello che dovevi dimostrare lo hai gia' dimostrato in questi mesi di preparazione. E vista la determinazione non ho dubbi che la regata sara' un successo. A prescindere. In culo alla balena Marinaio.
Tuo fratello.
essere citate per la prima volta nel tuo blog come la ex è triste e fa capire quanto poco si apprezzino le cose quando ce le abbiamo.
averti aiutato (involontariamente) a inseguire un sogno è stata una fase importante di entrambe le nostre vite.
non mi interessa che tu sia arrivato al traguardo, se non dai il meglio di te stesso quando sei davvero in gioco! quindi, decisamente, in culo alla balena ale.
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