29 giugno 2009

dedicato a capitan Bianchetti



Ancora non riesco a crederci.
Sono cresciuto sognando le imprese di mare, sfogliando le riviste di vela dalla fine, per cercare news dei miei personaggi preferiti. Raramente erano all’inizio delle riviste, piu’ facilemnte erano dei trafiletti su “bolina” o su “farevela” quando “farevela” racontava di vela spicciola. Divoravo i libri di Moitessier e sognavo di fare altrettanto.
Vivevo di sogni e di mare. Sognavo di fare delle uscite in solitario. Uscivo in barca con Simone quando lui faceva il militare a Ravenna e lui mi sembrava strano. Strano un bel po’. Mi hanno sempre attirato quelle persone con una volonta’ cosi’ forte da essere pronti a varcare le soglie dell’infinito per seguire i loro sogni. Ma lui era strano (solo poi ho capito che non era strano). Non sapevo bene dove fosse Plymouth, cosa fosse il Fastnet, le correnti erano solo un problema di teoria della navigazione. Simone poi parti’ per altri lidi, per avventure in giro per il mondo. Tutto mi sembrava cosi’ lontano e impossibile che continuavo a sognare. Un giorno la sera, per sfidare me stesso ho preso la barca dei genitori (a loro insaputa) sono uscito dalle dighe di Marina di Ravenna, mi sono diretto verso il mare ho dato fondo in 10 metri d’acqua e ho dormito li’. Per capire cosa vuol dire essere da soli in mare. Sono cresciuto cosi’.

E ora? Ora possiedo una barca. Non ho una casa mia, non ho una macchina, non ho neanche un mezzo di locomozione che mi appartiene ma ho una barca. Ed e’ ormeggiata a Cowes, sull’isola di Wight, nell’isola delle vele. Non solo, ma sono anche uscito in barca in doppio e anche in singolo! Ho partecipato ad una Fastnet in doppio, sono arrivato in Francia in solitaria. Ancora non riesco a crederci. E se tutto questo e’ vero, e lo e’, lo devo anche a Simone. Grazie a lui ho capito che i sogni non devono necessariamente rimanere sogni. Le imprese piu’ ardite, piu’ esagerate, piu’ “pazze” partono tutte da un punto semplice, dall’inizio. Per quanto questo inizio possa essere lontano dal traguardo tutto ha un inzio. Grazie a Simone ho voluto provare e ho iniziato anche io ad “andare” per mare.
Ogni volta che mi si stringe lo stomaco (tutte le volte in barca) e che sono in mare da solo Simone e’ nella mia mente.
Se solo fossi cresciuto prima. Se solo mi fossi fatto trascinare dall’entusiasmo di Simone.

Un altro anniversario. Il tempo passa ma i ricordi restano.

“A noi piacciono quei luoghi
Dove il vento e’ grigio e il cielo soffia forte,
nella moltitudine della solitudine
varchiamo le soglie dell’infinito”

Simone Bianchetti

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