
Lo avete sicuramente notato: mi piacciono le citazioni. Possono essere semplici frasi che cercano di illustrare una verita' o semplici paragrafi che descrivono situazioni. Questa volta, pero', non mi limitero'a citare un passo estratto da un testo: mi permetto anche di consigliarvi una lettura. Il libro di Claudio Giunta, "L'assedio del presente", da cui la citazione e' tratta, rappresenta una attenta e critica visione della cultura di oggi. In particolare l'autore spiega il suo puntoi di vista sulla rivoluzione culturale in corso, descrivendo i mass media e la cultura alternativa; delinea anche il fallimento degli organi che avrebbero dovuto difendere una educazione umanistica (famiglia, chiesa, universita', scuola). Il libro e'una ottima lente di ingrandimento sulla realta'culturale di oggi - indipendentemente dalle opinioni che ognuno si porta dietro - illustrandone i difetti. Qui sotto vi presento un breve paragrafo sulla imposizione delle norme sociali, ma il libro tutto merita una attenta lettura.
".. La terza funzione (dei media, ndr) e' l'imposizione o la riaffermazione delle norme sociali. Lodando cio' che e' normale e censurando cio' che non lo e', i media sono una scuola di conformismo. Identificano il buono e il desiderabile con cio' che la maggioranza dei cittadini perbene considera buono e desiderabile, e puniscono, rendendole pubbliche, le deviazioni dal senso comune. Cosi', in modo indiretto ma efficace, impediscono lo "sviluppo di opinioni genuinamente critiche".[...] Come strumenti della conservazione, votati alla difessa dello stato di cose esistente, i media potevano essere buoni alleati dell'educazione tradizionale e dei valori o degli pseudo-valori su cui questa si fondava: religione, rispetto per l'autorita', famiglia, etica del sacrificio. Oggi questa difesa dello stato di cose esistente non e' piu' necessaria. Lo era quando esisteva, almeno in teoria, un'alternativa possibile e temuta, un altro possibile ordine sociale. Ora che lo stato delle cose e' uno solo, che nessuna alternativa sembra anche lontanamente realizzabile e che le leve del potere sono saldamente in mano non della politica ma dei Trust industriali e della finanza - ora l'ordine si e' invertito. Se un tempo i media controllati dal potere politico servivano a rassicuare tutti che tutto andava nel verso giusto, che un'autorita' buona e saggia vegliava sulle nostre vite e che tutti i problemi si potevano risolvere attraverso la ragionevole applicazione delle ragionevoli virtu' borghesi, oggi i media controllati dai trusts e dalla pubblicita' hanno un interesse opposto. Un utente sicuro di se' e del suo mondo e' l'ultima cosa che la macchina del consumo possa augurarsi. Al contrario, essa deve mantenere chi guarda in un continuo stato di ansia e di insoddisfazione su di se': cu cio' che egli e', fa, possiede. Percio', mentre quello che i media di un tempo insegnavano era il puro conformismo, oggi l'idea-guida, imposta dall'indutria del superfluo che materialmente paga e possiede i media, e' quella di distinguersi, di non essere come gli altri: un'idea-guida a cui corrisponde una complementare paura-guida sulla quale la pubblicita' costruisce i suoi imperi, la paura del declassamento, di diventare appunto normali come tutti gli altri. E non servono analisi socio-economiche particolarmente sottili per vedere una cosa che affiora di continuo nel linguaggio, nell'abuso tragicomico di parole come esclusivo o prestigioso riferite a esperienze che - per la logica stessa del mezzo che le pubblicizza, un mezzo di massa - non possono essere ne' esclusive ne' prestigiose"
".. La terza funzione (dei media, ndr) e' l'imposizione o la riaffermazione delle norme sociali. Lodando cio' che e' normale e censurando cio' che non lo e', i media sono una scuola di conformismo. Identificano il buono e il desiderabile con cio' che la maggioranza dei cittadini perbene considera buono e desiderabile, e puniscono, rendendole pubbliche, le deviazioni dal senso comune. Cosi', in modo indiretto ma efficace, impediscono lo "sviluppo di opinioni genuinamente critiche".[...] Come strumenti della conservazione, votati alla difessa dello stato di cose esistente, i media potevano essere buoni alleati dell'educazione tradizionale e dei valori o degli pseudo-valori su cui questa si fondava: religione, rispetto per l'autorita', famiglia, etica del sacrificio. Oggi questa difesa dello stato di cose esistente non e' piu' necessaria. Lo era quando esisteva, almeno in teoria, un'alternativa possibile e temuta, un altro possibile ordine sociale. Ora che lo stato delle cose e' uno solo, che nessuna alternativa sembra anche lontanamente realizzabile e che le leve del potere sono saldamente in mano non della politica ma dei Trust industriali e della finanza - ora l'ordine si e' invertito. Se un tempo i media controllati dal potere politico servivano a rassicuare tutti che tutto andava nel verso giusto, che un'autorita' buona e saggia vegliava sulle nostre vite e che tutti i problemi si potevano risolvere attraverso la ragionevole applicazione delle ragionevoli virtu' borghesi, oggi i media controllati dai trusts e dalla pubblicita' hanno un interesse opposto. Un utente sicuro di se' e del suo mondo e' l'ultima cosa che la macchina del consumo possa augurarsi. Al contrario, essa deve mantenere chi guarda in un continuo stato di ansia e di insoddisfazione su di se': cu cio' che egli e', fa, possiede. Percio', mentre quello che i media di un tempo insegnavano era il puro conformismo, oggi l'idea-guida, imposta dall'indutria del superfluo che materialmente paga e possiede i media, e' quella di distinguersi, di non essere come gli altri: un'idea-guida a cui corrisponde una complementare paura-guida sulla quale la pubblicita' costruisce i suoi imperi, la paura del declassamento, di diventare appunto normali come tutti gli altri. E non servono analisi socio-economiche particolarmente sottili per vedere una cosa che affiora di continuo nel linguaggio, nell'abuso tragicomico di parole come esclusivo o prestigioso riferite a esperienze che - per la logica stessa del mezzo che le pubblicizza, un mezzo di massa - non possono essere ne' esclusive ne' prestigiose"
1 commento:
Non riesco piu' a tollerare la televisione. Di tanto in tanto accendo lo schermo maledetto per seguire il telegiornale. Noto con senso di schifo il solito copione ripetuto tutti i giorni:
-Le notizie tragiche, che mettono l'utente in uno stato di ansia e di allerta. Occhio, quello che e' successo qui potrebbe capitare anche a te. E allora vai con lo snocciolamento dei numeri sui morti da incidenti stradali, vai con l'omicidio mediatico.... pensa che oggi hanno ricordato il primo anniversario dell'omicidio di una giovane donna, come se non bastassero le notizie di morti fresche.
-Le notizie inutili. La fiera del fitness, piuttosto che gli interessantissimo sondaggi circa le mete turistiche preferite...
I mass media, da mezzi di infomazione di massa, sono diventati mezzi di distruzione (culturale) delle masse.
Interssante il libro, l'ho notato mentre ero di passaggio nel tuo appartamento londinese, mentre giravo per casa in mutande e mettendo i piedi sul tavolo...Urge un prestito.
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