
"Le cose piu' meravigliose sono sempre le piu' inesprimibili, le memorie piu' profonde non producono epitaffi; questo capitolo lungo sei pollici e' la tomba senza pietà di Bulkington. Dico soltanto che accadeva di lui come di una nave squassata dalla tempesta, la quale miseramente avanzi lungo la costa, sottovento. Il porto le darebbe volentieri soccorso; il porto e' pietoso, nel porto c'è sicurezza, comodità, focolare, cibo, coperte calde, amici e tutte le cose care alla nostra vita mortale. Ma in quella bufera il porto, la terra, sono per la nave il rischio piu' temibile. Essa deve fuggire ogni ospitalità; toccare terra una volta, anche soltanto sfiorando la chiglia, significherebbe far rabbrividire la nave da cima a fondo. Con tutta la sua forza essa apre ogni vela per allontanarsi da terra e, cosi' facendo, lotta contro i venti che volentieri la spingerebbero a riva e si getta di nuovo alla ricerca dei mari sconvolti, purchè lontani da terra; per cercare salvezza si precipita disperatamente nel pericolo: l'unico amico è il suo più spietato nemico" Moby Dick, cap XXIII
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