28 settembre 2008

Alitalia


Non ho intenzione di essere polemico con nessuna delle parti in gioco ma vorrei poter esprimere il mio pensiero su una situazione delicata coome quella dell'Alitalia, cogliere lo spunto per una riflessione generale e vorrei che qualcuno mi aiutasse a capire. Da una parte l'Alitalia, azienda pubblica, non ha la capacita' di stare sul mercato e invece di produrre reddito a beneficio dell'Italia (che tanto avrebbe bisogno di utili), produce perdite per circa 300 milioni di Euro l'anno (circa 1 milione di Euro al giorno, pare incredibile). In una situazione del genere qualsiasi azienda privata o fallirebbe o verrebbe ristrutturata. In Italia invece si e' deciso che il problema Alitalia, azienda che gia' da anni soffre la competizione internazione e che gia' nel passato aveva piu' volte cercato di ristrutturarsi e "alleggerirsi" dei debiti riducendo i costi del personale scontrandosi con i sindacati, deve essere risolto dai politici. Si e' deciso che Alitalia non poteva essere venduta a Air France (siamo Italiani, per favore!), senza considerare le leggi odierne di mercato: compagnie americane sono comperate da brasiali, l' azienda nucleare inglese di dominio pubblico e' stata comperata dai francesi (vi sareste immaginati? aziende inglesi che vengono vendute ai francesi), e altre situazioni per per brevita' trascuro. Gia' su questa scelta mi trovo in disaccordo. La globalizzazione e' anche questo. E' poter comperare un cellulare Samsung o un portatile Toshiba perche' gli Olivetti non ci piacciono. E' poter volare Air France perche' i voli Alitalia non ci piacciono - e' comperare un veicolo honda perche' la fiat non aggrada. Ma sorvoliamo (ehm..) questo punto, il punto sulla necessita di avere una compagnia di bandiera (come se gli italiani fossero legati alla propria bandiera).
Tutte le possibili ristrutturazioni sono state violentemente criticate dai sindacati negli anni passati. Ora, senza voler entrare nel merito della cose (e considerando che i sindatacati sono, a mio parere una delle grande conquiste della societa' moderna) ma perche' murarsi dietro privilegi di una piccola classe a discapito di tutti? A confronto tutte le altre compagni aeree hanno in proporzione meno addetti (piloti, hostess, forza lavoro a terra) e sono meno costosi (e, per quanto ne so, i voli sono frequentati da piu' passeggeri, rendendo ciascun volo piu' economicamente "efficiente"). I bilanci delle altre compagnie aeree lo confermano. Perche' invece i sindacti decidono di arroccarsi su posizioni oggi palesemente ridicole? I nostri piloti sono cari, il nostro personale e' troppo numeroso. Non sono io a dirlo, sono i giornali. Ma no, meglio difendere con i denti i lavoratori e mandare in crisi la compagnia. Come troppo spesso accade in Italia i diritti dei singoli (o di categorie) ledono la collettivita'. E i sindacati, nella loro miopia, non vedono oltre il loro naso (lottano per conservare i benefit dei vecchi senza pensare ai nuovi giovani che potrebebro entrare in azienda), o non vogliono vedere. Ma sorvoliamo anche su questo.
Poi il nostro Governo si e' presa la briga di risolvere la questione. La bad company sara' a carico dello stato, dei contribuenti che si ritroveranno a pagare (a proposito, che fine ha fatto il prestito fatto, violando la legge sulla concorrenza, a tassi di favore? Chi paghera' per questo?) per questo scorporo. La good company verra' invece venduta (si dice) per 400mn di Euro. Dicono che valga 1 miliardo di Euro o piu' (e guarda caso sara' di nuovo l'Italia a soffrire del mancato profitto). Ma se anche fosse venduta al valore di mercato (cosa che mi pare troppo strana per essere vero... che interesse avrebbe Cai di comperare qualcosa a mercato? E non ditemi che lo farebbe per "salvare" la compagnia italiana. Spirito di sacrificio, vero? Ma va!), l'idea oggi e' di rivendere la minoranza e forse la maggioranza a Lufthanssa o Air France. Ma allora cosa si e' raggiunto? Non sara' la maggioranza ma la compagnia straniera dettera' comunque le condizioni. E saremo comunque in mano straniera. Ma il tutto non era nato per evitare di cadere in mani straniere? Non capisco.
Il fallimento sarebbe forse stata la cosa migliore. Con il fallimento sarebbero venute fuori le responsabilita' (anche se solo formali e anche se nessuno avresse poi realmente pagato il debito morale del fallimento) e i debiti sarebbero stati pagati e si sarebbe chiusa la situazione imbarazzante. Nessuno avrebbe cercato di guadagnare sui soldi dei contribuenti.

Penso ai soldi spesi negli ultimi anni per tenere a galla una bagnarola piena di falle, ai soldi spesi per rattoppare bilanci imbarazzanti. Penso ai privilegi dei piloti, al costo delle hostess, ai voti politici presi nel passato grazie a politiche di assunzione che poco hanno a che vedere con la concorrenza di mercato. Penso alla miopia dei sindacati. E penso che forse sarebbe stato meglio riabilitare gli esuberi in altri lavori piuttosto che spedere i soldi dei contibuenti. Non nego la necessita' di interventi pubblici nella gestione della societa'. Purtroppo ogni volta che in Italia i politici intervengono combinano spesso piu' danni che benefici. Come mi ha detto un amico "Non si riesce a distinguere la gestione della res publica dalla politica."