18 marzo 2008

Laos



Qualcuno lo ha definito un paese romantico. Io non so bene se il Laos si possa definire romantico. Di certo pero’ mette tenerezza. Non che ci abbia vissuto, ne’ che ci abbia passato molto tempo, ma pochi giorni dopo la caotica Thailandia e prima del vivace Vietnam sono bastati per assaporare questo paese. Dal primo istante dopo il confine, passato il ponte di Nong –Khai (unico ponte in Laos, vedi post) ci si accorge di essere in una terra che lascia basiti. Dal confine non ci sono autobus di linea, ne’ treni. Niente viaggi organizzati. Solo poveri taxisti che con i loro tuk-tuk cercano di arrivare a sera. Gli autobus? Guardatevi i film italiani degli anni ’30 e se vedete degli autobus, molto probabilemnte questi sono piu’ simili agli autobus laotiani che gli autobus odierni. Scordatevi l’aria condizionata, i finistrini chiusi, i sedili puliti. L’aria e’ polverosa, come lo solo le principali strade (no cemento, solo terra battuta), i sedili di plastica e chi arriva tardi si siede sulle seggioline di plastica sistemate sul corridoio per l'occasione. Altro che cinture, legge sulla sicurezza, 626 o menate del genere. Dimenticavo. Al sotto i sedili, in mezzo, ovunque, grossi pacchi di merce (patate? Riso?) riempiono buchi e spazi, tanto che il viaggio si trasforma in un odissea: scomodi, seduti pericolosamente su sedili pericolanti, correndo su strade sterrate, ricoperti dalla polvere rossa sollevate dai mezzi che precedono o che ci vengono incontro, fatica a respirare per la polvere, il caldo e i sobbalzi del terreno. I tempi di percorrenza? Una media dei 50 KM all’ora quando va bene. Partenze ritardate di ore, senza apparente giustificazione e senza che nessuno si irriti.
La vita in Laos scorre lenta. Come poteva essere in Italia diversi decenni fa’. Non si sa quando si parte, non si sa quando si arriva a destinazione. Non c’e’ fretta, c’e’ sempre tempo per un sorriso, per uno sguardo alla rigogliosa vegetazione. Non c’e’ l’ansia di arrivare. La vita scorre lenta, al ritmo del fruscio delle palme. Scorre felice. Si vive con quello che la natura produce. Pollo, riso, bambu’, banane sono su tutte le bancarelle, su tutti i piatti. I bambini giocano allegramente con foglie di piante, vivono in case fatte di bambu’, pavimenti fatti di terra rossa, cucine che guarderemmo con ribrezzo e con la TV. Probabilmente la popolazione non ha scelto questa vita, probabilmente e’ stata costretta dal regime ad adattarsi. Forse loro, i laotiani ci vedono come i ricchi, piu’ agiati. E lo siamo. Ma siamo anche piu’ felici? Nei piccoli paesini (per noi, metropoli per i laotiani) mancano in molti punti le luci sulle strade, mancano i marciapiedi, mancano i semafori. Insomma, mancano molte delle cose che oggi consideriamo fondamentali. La cosa curiosa o tragica, dipende dai casi, e’ che il Laos non vuole cambiare. Sara’ per via del regime ma il Laos aberra l’ammodernamento, la tecnologia, il progresso. Forse e’ davvero il paese dei sognatori. Il paese di chi sogna un mondo libero da legami, un mondo essenziale. A chiederlo anche loro vorrebbero la tecnologia, benessere, i soldi per i viaggi, per ingrassare, per vivere meglio. Il dio denaro sarebbe il loro Dio se solo potessero scegliere. Ma per fortuna o putroppo non possono. Siamo sicuri, pero', che sia un male?

12 marzo 2008

Le rane di Moitessier



Chiesero a Moitessier perche' avesse preso il largo. "In Vietnam", rispose, "per cucinare le rane, le mettiamo in una pentola d'acqua fredda, a fuoco lentissimo. Quando la rana s'accorge che l'acqua bolle, e' già lessa. Io saltai fuori prima".

Devo dire altro?

6 marzo 2008

Rio de Janeiro



C'e' un solo modo per dirlo: Rio e' una città meravigliosa. Si può discutere su molte cose, ma non sul fatto che Rio non sia meravigliosa. E vi spiego perché la ritengo tale, nonostante le facili ironie.

Il posto. Incastonata tra 3 tra le più belle spiagge (Copacabana, Ipanema, Leblon) del sudamerica, con verdi e ripide colline alle spalle, un lago poco distante e un verdissimo ed enorme parco, Rio si presta ad essere eletta una delle città più belle del mondo. Se a questo aggiungete che si trova poco più a sud del tropico, dove la temperatura media dell'anno e' sui 25 gradi e dove raramente si scende sotto i 15 gradi in inverno... beh... difficile trovare un posto più adatto.

I carioca. Che tu sia donna o uomo non importa. Se sei carioca sei anche abbronzatissimo/a, ti piace sederti sulla sedia guardando il mare o giacere sul telo sulla spiaggia, gustarti una bibita ghiacciata o dei gamberi freschi. Ti piace mettere in mostra le parti belle del corpo, sorridere allo sguardo dei curiosi violatori di privacy, ti piace giocare a calcio sulla spiaggia e goderti la vita. Ti piace salutare il sole che tramonta all'orizzonte con un lungo applauso, insieme a tutti gli altri. Una Rio senza i carioca sarebbe come un pesce vivo fuori dall'acqua. Non può resistere a lungo.

La vita. Il sole sorge presto, tramonta quasi sempre alla solita ora. Durante tutto l'anno si presenta più o meno caldo, portando impiegati, lavoratori, turisti a gustarsi le ore del pranzo, del dopolavoro o del giorno libero in spiaggia, passeggiando lungo il bagnasciuga per il lungomare. In poche città ho visto la gente libera dal lavoro precipitarsi in spiaggia come a Rio. Il sole ha modificato le abitudini, tanto che i carioca sorridono mentre passeggiano, camminano i shorts e maglietta felici della giornata di sole. Girando in città si può gustare uno dei molteplici ed esotici succhi o spremute di frutta, ci si può riempire di cibi veloci, mangiare la comida da chilo o gustarsi dell'ottima carne (mai mangiato carne migliore). Sapere che il mohito, il corcovado, copacabana, il pan di zucchero saranno ancora li' domani mattina insieme al sole non può che far sorgere un sorriso a chi vive, visita o passa per Rio. Difficile trovare di meglio.

Certo. Ci sono anche i ma. I ma sono i rischi. Favelas e delinquenza riempono i titoli delle testate giornalistiche e delle TV. Ma con un minimo di attenzione questi rischi possono venire minimizzati. Basta conoscere le regole del gioco per riuscire a passare indenni dai rischi. Non credete troppo alle guide, agli allarmanti avvertimenti degli amici.

Rio è una città meravigliosa.